VENEZIA SOLITARIA
Interverranno nell’occasione il Presidente del Foto Cine Club di Foggia, Nicola Loviento e l’artista.
La mostra ha come partner istituzionale il Comune di Foggia e rimarrà aperta dal 7 al 13 febbraio 2015, dal martedì al sabato con il seguente orario: dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00.
Il concept dell’esposizione esplora le dinamiche della luce e gli umori di una Venezia inedita, vista con gli occhi di Ingino lungo il corso di una intera giornata dall’alba al tramonto e oltre.
Nulla sfugge all’obiettivo della sua Pentax K5II e restano catturati nel tempo sospeso dello scatto digitale, le famose calli scevre da decorativismo ma pregne della magia della laguna, i riverberi di luce dei canali dalle acque dense e ferme e le geometrie di Palazzo Ducale con i suoi porticati scolpiti dai chiasmi chiaroscurali, senza tralasciare né le “archetipiche” maschere del celeberrimo Carnevale né i piccioni che fanno di piazza San Marco una magnifica voliera a cielo aperto.
Persino i Tetrarchi sembrano mettersi in posa per regalare ad Ingino il loro miglior scorcio, mentre i turisti si prestano ignari a diventare discreti protagonisti dei silenti paesaggi di una Venezia misteriosa e solitaria, nella quale si “odono”, grazie allo studio sapiente dei frame impressionati dal fotografo, il grido dei gabbiani e le gondole solcare, lievi, i flutti della Laguna.
Il sobrio allestimento e le architetture austere del Palazzetto dell’Arte di Foggia, fanno da cassa di risonanza delle architetture dal gotico fiammeggiante che incendiano una Venezia bella e alchemica.
Due scatti valgono tutta la mostra:
il Ponte dei Sospiri visto dalla calle, opera che ha una intensità tale nello studio del segno che l’apparenta, in un talento imbarazzante, alle incisioni all’acquaforte dei grandi vedutisti del Settecento da Canaletto a Carlevarijs e l’elegantissimo bar Florian nel quale le atmosfere art deco si ritrovano nell’allure degli avventori...
Con i suoi scatti in bianco e nero, Alfredo descrive la Venezia che nessuno vede, di immensa bellezza ma colma di malinconia. Ma la malinconia cede presto il passo ad uno stato di quiete.
Nel silenzio si rientra in contatto con la parte più profonda di sé, si gode di quella bellezza, gioia per gli occhi e pace per l’animo.
Sono immagini intense, un viaggio emotivo ed emozionale attraverso la bellezza e il suo potere catartico.
FONTE: Fiaf