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Chi sono... in breve

Mi chiamo Tomaselli Massimo in arte FoToMax2000 e sono appassionato di fotografia e video. Sin da quando ero piccolo mi dilettavo a fare le solite foto di famiglia con le fotocamere di famiglia e.......adesso, dopo corsi di fotografia e ritocco, concorsi e mostre la mia passione continua.

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giovedì 1 ottobre 2015

Migranti e storie di vita al Festival della Fotografia Etica

giovedì, ottobre 01, 2015  CONCORSI, GRANDI FOTOGRAFI, MOSTRE  
Il 10 ottobre 2015 a Lodi avrà luogo il

Festival della Fotografia Etica.

La foto scioccante del bambino siriano morto sulla spiaggia ci apre gli occhi sul modo disumano e criminale con cui l’ Europa tratta l’emigrazione? Oppure pubblicarla aiuta solo le nostre lacrime di coccodrillo? In molti dicono invece che quella foto scattata sulla spiaggia di Bodrum è come quella della bambina vietnamita che scappava dalle bombe al Napalm, che è diventata un simbolo imperituro della ferocia della guerra americana in Vietnam. E se è vero, come sostiene un fotoreporter come Ferdinando Scianna in Etica e fotogiornalismo (Skira), che non esiste un’etica specifica della fotografia ma esiste un’etica più generale che viene dal rapporto con la realtà dell’altro, è pur vero che situazioni drammatiche che il fotorepoter è chiamato a documentare fanno scattare una ridda di domande su ciò che è lecito o meno, andando alla ricerca dei modi migliori, più efficaci, emotivamente potenti e insieme rispettosi di fare questo mestiere.

Proprio di questo si discuterà alla VI edizione del Festival della Fotografia Etica che prenderà il via il 10 ottobre a Lodi.

Nata nel 2010 la kermesse ideata dal Gruppo fotografico progetto immagine invita ad approfondire e discutere in dibattiti, esposizioni e workshop temi che chiedono al repoter una particolare sensibilità e attenzione verso i soggetti fotografati. Spesso si tratta di bambini che giustamente, come avverte la nostra Carta di Treviso, si possono fotografare solo se questo è nel loro interesse, se li aiuta ad uscire da situazioni difficili e che mettono a rischio la loro vita. Più in generale il fotoreporter si trova a che fare con situazioni di guerra o di oppressione che devono essere denunciate e fatte conoscere al grande pubblico ma in modo rispettoso verso chi vi si trova coinvolto. Un caso emblematico è quello che riguarda i migranti, di fatto, truffati e abusati dagli scafisti nel Mediterraneo ma anche violentati dagli obiettivi di fotografi che non ne rispettano la dignità di essere umani e che soffiano sul fuoco dell’allarmismo. Per mostrare come la fotografia in questo caso possa evitare le trappole della retorica e, peggio ancora, del razzismo, Fotografia etica si è affidata a Jocelyn Bain Hogg e a Massimo Sestini rilanciando il suo celebre scatto di un barcone carico di gente ripreso dall’alto; immagine diventata a sua volta un simbolo, in questo caso dell’epos dei migranti.

Un altro filone della rassegna che proseguirà fino al 25 ottobre riguarda la sfera nutrizionale, il cibo e la sua produzione. Sotto il titolo Il cibo che uccide sono riunite quattro mostre che indagano realtà drammatiche, si tratta di Under Cane: A Worker’s Epidemic di Ed Kashi, A Life Apart: The Toll of Obesity di Lisa Krantz, El costo humano de los agrotóxicos di Pablo Ernesto Piovano e Terra Vermelha di Nadia Shira Cohen e Pablo Siqueira. Una sezione della mostra sarà riservata alle Ong presentando i lavori commissionati da alcune organizzazioni non governative ad alcuni fotoreporter di fama o emergenti. Mentre della sezione Uno sguardo sul mondo, faranno parte una serie di mostre importanti, come Tra terra e nuvole – cronache dalla Grecia di Francesco Anselmi, Black Days of Ukraine di Valery Melnikov e Where Love is Illegal di Robin Hammond. Last but not least il premio: The World Report Award Documenting Humanity quest’anno è stato assegnato a Giorgio Piscitelli, Elena Anasova, a Mariano Silletti.

FONTE: Left

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