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Chi sono... in breve

Mi chiamo Tomaselli Massimo in arte FoToMax2000 e sono appassionato di fotografia e video. Sin da quando ero piccolo mi dilettavo a fare le solite foto di famiglia con le fotocamere di famiglia e.......adesso, dopo corsi di fotografia e ritocco, concorsi e mostre la mia passione continua.

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lunedì 21 marzo 2016

Tutorial: Sistemi flash wireless: come utilizzare più flash contemporaneamente

lunedì, marzo 21, 2016  FOTOCAMERE e accessori, TUTORIAL  
Attualmente i metodi di gestione dei flash in wireless sono fondamentalmente due:
- Slave, fotocellula e infrarossi;
- Trigger radio, che a loro volta offrono soluzioni sia completamente manuali che con trasmissione degli automatismi (TTL). Scopriamoli insieme.

Slave, fotocellula e infrarossi
Il funzionamento è basato sul piccolo flash pop-up a bordo della fotocamera che, scattando, invia un segnale a un flash esterno impostato in modalità Slave che a sua volta scatterà.

Nel dettaglio, il flash incorporato della macchina emette il lampo con il solo scopo di inviare un segnale luminoso al flash esterno che sarà in grado di riceverlo grazie ad una fotocellula incorporata nella parte frontale. Anche i flash datati potranno sfruttare questa modalità wireless semplicemente acquistando un piccolo accessorio (per esempio: DynaSun PSS04 Trigger Ottico) che andrà posizionato sotto al flash esterno.

Vien da sé che questo metodo funziona solo in manuale e che quindi non avremo la possibilità di sfruttare gli automatismi della macchina o del flash esterno relativi alla lettura della luce.
Purtroppo i limiti operativi risultano subito evidenti e riguardano principalmente una scarsa distanza operativa se il flash esterno è posizionato troppo lontano dalla macchina; la causa risiede nella potenza del flash pop-up che non è sufficiente per inviare un segnale luminoso abbastanza potente per farlo ricevere alla fotocellula del flash esterno, compromettendo così lo scatto.

Oltre a questo avremo l’obbligo di far “vedere” fra loro i due flash. In poche parole il flash pop-up dovrà avere un contatto visivo diretto con il flash esterno e la sua fotocellula e pertanto non sarà possibile bypassare elementi che si interporranno tra i due flash. Un altro limite è determinato dalle fonti di luce esterne: la presenza di altri flash, ma anche il fotografare in giornate soleggiate, rende meno affidabile il contatto visivo tra il nostro flash pop-up e quello esterno.
In questo caso la fotocellula non sarà in grado di discriminare tra il segnale ricevuto dal nostro flash pop-up o quello emanato da altri sorgenti, con il risultato di rendere inefficace la trasmissione ed attivare random il flash esterno. In ogni caso, in tali situazioni, questo sistema risulta particolarmente inaffidabile.

Questo tipo di trasmissione è disponibile su ogni macchina avente un flash pop-up, con l’utilizzo affiancato di un flash esterno con relativa funzionalità wireless Slave.

Infrarossi
La modalità infrarossi è una tipologia di evoluzione della base fotocellula e slave: l’unica differenza è che il segnale inviato non è luminoso ma ad infrarossi. Ciò permette di avere meno interferenze dalla luce ambientale e dagli ostacoli, ma è comunque limitato all'utilizzo su brevi distanze. In più, per poter essere utilizzato, avremo bisogno di un trasmettitore dedicato da posizionare sulla slitta del flash che invierà il segnale infrarosso al flash esterno dotato di fotocellula. Sia Canon (ST-E2) che Nikon (SU-800) offrono questo tipo di tecnologia a caro prezzo – o meglio offrivano, in quanto è stata implementata con tecnologie più recenti e affidabili. Attualmente solo Canon ha abbandonato il sistema infrarossi per implementare un sistema radio, mentre Nikon ancora sfrutta questa tecnologia implementandola su un gran numero di flash.

Master e Slave
Una possibile evoluzione della tecnologia Slave e fotocellula (sia essa tramite input luminoso o infrarosso) è quella Master e Slave, che permette di sfruttare anche gli automatismi (TTL). Tale modalità è tuttavia presente solo su macchine di media/alta gamma, che hanno la possibilità di poter utilizzare il flash on-camera nella modalità Master o un flash esterno su slitta anch'esso avente tale modalità. La modalità Master altro non è che la capacità del flash pop-up (o del flash esterno montato sulla slitta) di inviare tutti i dati relativi alla scena per renderli fruibili ad un secondo flash esterno in modalità Slave, che quindi si attiverà sfruttando i dati TTL del Master. La comodità di questa gestione wireless è tutta nella possibilità di gestire uno o più flash esterni tramite dei canali di comunicazione, anche in gruppi, modificandone le impostazioni direttamente dalla macchina senza alcun bisogno di attivarlo in modalità manuale. Basterà quindi impostare  i parametri desiderati nella nostra reflex, ed il Master provvederà ad inviare l’informazione ad ogni flash Slave che regolerà la sua potenza luminosa e la durata del lampo in base a quanto ricevuto.

Trigger Radio
Parliamo ora del sistema wireless per flash che probabilmente rappresenta oggi lo standard più affidabile e preciso. Come il nome “trigger radio” suggerisce, questa tecnologia si basa su onde radio a 2.4 GHz che trasmettono un segnale per far scattare il flash esterno. Questi trigger sono formati da un trasmettitore, che andrà posizionato sul corpo macchina, e da un ricevitore, che verrà posizionato al di sotto dell’hot-shoe del flash. Quando la macchina fotografica scatta, invia un segnale al trasmettitore che a sua volta invia il segnale radio al ricevitore che gli farà emettere il lampo.

Ne esistono principalmente due categorie: quelli che non trasmettono informazioni TTL e quelli che invece lo fanno.
Questa distinzione è dettata anche dal prezzo che è molto basso sulla prima tipologia, si parla di circa 20 o 30€, in quanto questi trigger non devono far altro che inviare il segnale di scatto al flash.

Nella seconda tipologia, invece, il prezzo è destinato a salire, arrivando tranquillamente fino ai 300€ (Pocket Wizard, Phottix ecc.). Tale sistema, per quanto dispendioso possa essere, consente di comandare tutti i flash dal menù integrato della macchina o tramite un altro dispositivo radio, con un display incorporato, che trasmette tute le informazioni riguardanti il flash in uso.
A seconda del modello ci sono più o meno parametri che possono essere gestiti da remoto aumentandone enormemente l’esperienza d’utilizzo.

Molte aziende hanno adottato l’utilizzo di trans-receiver:  uno strumento che raccoglie in un unico dispositivo sia la funzione di trasmettitore che di ricevitore. Questo semplifica ancor di più le cose e, in molte occasioni, abbatte i prezzi, poiché i trans-receiver vengono venduti in coppia.

Il funzionamento dei trigger si basa sulla scelta di un canale, lo stesso sia per trasmettitore che ricevitore, che a loro volta crea dei gruppi. Per gruppi si intendono veri e propri gruppi di due o più flash i quali hanno impostazioni diverse o posizionamenti diversi. Potrei avere un gruppo A, tutti i flash del gruppo impostati su ch 1, con un certo tipo di configurazione e poi avere la libertà di utilizzare un altro gruppo (B) con altrettanti flash impostati su un altro canale per cambiare tutto il piano luci utilizzando flash con impostazioni diverse. Risulta molto comodo per chi possiede molti flash (chi ha uno studio per esempio), per non ritrovarsi a cambiare e spostare ogni volta i flash e adattarli alla sessione di scatto.

I vantaggi della trasmissione radio sono molteplici. Primo su tutti: la portata. Essi possono essere infatti utilizzati ad una distanza di 20-30 mt e, sui modelli più avanzati, anche 300 mt. In linea di massima non subiscono interferenze da ostacoli e luce, e possono essere posizionati in modo da non apparire nella scena (nella fotografia sportiva ad esempio). Inoltre consentono l’utilizzo simultaneo di un gran numero di flash e questo si traduce nella possibilità di creare la luce da zero, anche dove non c’è. Infine, possono essere utilizzati su quasi tutti i flash, anche i più datati, visto che è sufficiente che sia presente sull’hot-shoe un pin centrale per trasmettere l’input base per scattare.

Sistemi radio proprietari
Alcune aziende, una tra tante Canon, hanno deciso di implementare un vero e proprio ecosistema di gestione wireless nei propri flash. Questo sistema (denominato RT in casa Canon ad esempio) prevede un ricevitore radio integrato nel flash che diviene completamente gestibile tramite un trasmettitore che va posto sulla slitta del flash della fotocamera. Questa è l’evoluzione di cui parlavo prima e che Canon ha intrapreso abbandonando la tecnologia infrarosso per affidarsi a quella radio. Purtroppo quest’ecosistema è compatibile solo Canon su Canon (a parte qualche marca di terze parti come Yongnuo, Nissin o Metz) ed è riservata ai possessori di corpi macchina pro e di flash top di gamma. Attualmente non lo considero un acquisto giustificato, visto che ci sono alternative altrettanto valide ad ¼ del prezzo.

Quale strumento scegliere
Questo capitolo è dedicato solo all'acquisto di trigger radio in quanto le altre soluzioni sono integrate direttamente nelle fotocamere o nei flash e non consentono l’acquisto del singolo accessorio. Qui di seguito tratterò le soluzioni più funzionali e economiche che anche io ho adottato. Per ragioni di prezzo, non illustrerò i vari top di gamma che le aziende propongono, in quanto non trovo giustificato spendere inizialmente molti soldi per sistemi troppo evoluti.

Sicuramente tra i trigger, privi di qualsiasi tipo di trasmissione TTL, vengono consigliati senza timori gli Yongnuo RF603CII (Canon attacco RS-60E3 o attacco RS-80N3 e Nikon) che offrono, all'ottimo prezzo di 30€, la coppia di trans-receiver. Secondo il produttore sono garantiti per 100 mt ma, come capita anche con i modelli top di gamma, non sempre sono reali. Non offrono sincronizzazione ad alta velocità, ma si fermano solo a 1/320s e non è presente la sincronizzazione sulla seconda tendina. L’alimentazione è affidata a due semplici stilo AA e vantano un’ottima leggerezza e trasportabilità.

Per chi invece possiede un flash con ricevitore radio integrato, come il costoso top di gamma Canon Speedlite 600ex RT o il top di gamma di casa Yongnuo YN600EX-RT, potreste risparmiare svariati euro orientandovi verso il trasmettitore (obbligatoriamente necessario per sfruttare le funzioni senza fili) Yongnuo YN-E3-RT, che viene venduto da Amazon a 83€. Il risparmio non è poco – considerate che il modello Canon ST-E3-RT si attesta sui 245€.

Le funzioni sono su per giù le stesse; certo è che a livello qualitativo Canon è in vantaggio per ovvi motivi, ma per testare un sistema radio wireless avanzato, questa è un’ottima alternativa. Inoltre, per fare un esempio, mentre il transmitter Canon non permette lo scatto in wireless sulla seconda tendina, lo Yongnuo lo rende possibile. Entrambi offrono lo scatto in alta velocità e la gestione di gruppi di flash per scatti in contemporanea, nonché la gestione completa da remoto del flash collegato via radio, il tutto mantenendo gli automatismi del TTL.

Infine trovo d’obbligo parlare dell’ultima creazione Yongnuo, quella che personalmente utilizzo, che riguarda un piccolo ecosistema creato ad hoc in cui sono presenti trans-receiver, che possono essere usati anche singolarmente, e un trasmettitore che si interfaccia perfettamente con i trans-receiver. Lo Yongnuo YN-622C per Canon o lo Yongnuo YN-622N per Nikon, offrono ad un prezzo più che concorrenziale (78 € la coppia) un sistema wireless TTL di gestione dei flash che fin’ora personalmente non ha mai sbagliato un colpo. Come precedentemente detto i ricetrasmettitori possono essere usati singolarmente, impostando lo stesso canale radio e gestendo in un modo un po’ macchinoso tutto dalla reflex; in alternativa il trasmettitore Yongnuo YN-622C-TX per Canon, Yongnuo YN-622N-TX per Nikon, permette di gestire dalla macchina, in maniera facilissima, tutte le informazioni dei flash, anche a decine di metri di distanza. Risulta essere una soluzione fin’ora senza problematiche, e per giunta disponibile ad un ottimo prezzo.

Sistemi non wireless
Prima di terminare credo sia buona cosa illustrare anche due sistemi flash non wireless che però consentono comunque la gestione del flash off-camera. Stiamo parlando del cavo PC sync, solitamente presente su macchine e flash professionali, il cui scopo è di inviare un segnale di scatto per sincronizzare macchina e flash. Logicamente il suo compito non è così limitato, ma è stato pensato per permettere lo scatto di flash da studio privi di hot-shoe o per ridurre interferenze radio che a volte influiscono sul funzionamento dei trigger: basterà collegare il flash al trasmettitore tramite PC sync per ridurre a zero qualsiasi tipo di interferenza- Ricordiamo che tale sistema, tuttavia, non permette nessun tipo di automatismo TTL ma, come logico per un uso professionale, il tutto sarà rigorosamente in manuale.

Infine parliamo velocemente del cavo di prolunga dell’hot-shoe, un semplice cavo che permette di replicare la slitta del flash, presente sulla macchina, a distanza. Sarà come avere il flash montato direttamente sulla fotocamera, con la possibilità quindi di avere tutti gli automatismi del TTL.

Di questi due ultimi sistemi illustrati vengono subito alla luce i limiti operativi che riguardano senza dubbio la limitata distanza di utilizzo, dovuta alla lunghezza del cavo. Anche con un filo lungo i problemi sarebbero comunque presenti, l’ingombro e la scomodità primi fra tutti. L’utilizzo di questi cavi risulta vantaggioso probabilmente in studio, dove è facilmente gestibile la questione ingombro cavi. Per un utilizzo in luoghi all'aperto, o in eventi, non è assolutamente consigliabile il loro utilizzo.

FONTE: Ridble



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